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Ristrutturazioni edilizie

È cominciata nel Governo la discussione su come si debbano modificare gli incentivi alle ristrutturazioni edilizie e al risparmio energetico per la casa.
Il ministero delle Infrastrutture è convinto che gli incentivi del 36% e del 55% possano costituire uno degli stimoli più forti e immediati alla crescita del comparto e del Paese; propone – in un documento di 20 articoli con le norme a tutto campo per un «provvedimento di urgenza in materia di infrastrutture e trasporti» – una messa a regime di entrambi gli strumenti. Mentre il 55% sarebbe però rinnovato sostanzialmente com'è, per il 36% il ministero prevede un potenziamento, con innalzamento dell'aliquota (al 50%) e del tetto di spesa (da 48mila a 96mila euro).

Da questi strumenti e da quelli sul finanziamento privato di infrastrutture passa – per il ministero guidato da Corrado Passera e Mario Ciaccia – una fetta consistente della scommessa della crescita. Si tratta di una proposta da discutere ancora a fondo con il ministero dell'Economia. Ma accadrà in fretta, se si considera che le norme sono candidate a entrare nel decreto legge per lo sviluppo che il Governo vorrebbe varare in settimana.

Il ministero richiama, a supporto della propria posizione, una stima degli investimenti aggiuntivi attivabili pari a 350 milioni di euro: è il 30% della spesa aggiuntiva valutata dalla relazione al decreto Salva-Italia in 1.150 milioni per il periodo 1998-2006.
Nella relazione il ministero spiega che la proposta è volta a «favorire interventi di ristrutturazione edilizia con lo scopo di incentivare la ripresa del mercato delle costruzioni che da sempre rappresenta uno dei comparti più importanti per la crescita del Pil nazionale».
Dalla relazione tecnica si evince che nel 2013 la crescita degli investimenti comporterebbe un incremento di gettito di 47,3 miliardi, mentre il costo per lo Stato partirebbe dal 2014 con 82,4 milioni per salire a 580 nel 2015, 894 nel 2016 e 1.209 nel 2017.

La proposta di messa a regime del 55% poggia su un largo consenso parlamentare, espresso in più occasioni dai partiti che compongono la maggioranza e anche dalle opposizioni, mentre anche il D.e.f. (Documento economico-finanziario) del Governo, su proposta del ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, proponeva la riconferma dello strumento. La relazione tecnica messa a punto ora dalle Infrastrutture stima un incremento di gettito di 49,2 miliardi nel 2013 e di 30,2 miliardi nel 2014; dal 2015 si registrerebbe una perdita di gettito di 253,3 miliardi, destinata a salire nel 2016 a 419,8 miliardi e nel 2017 a 586,3 miliardi. Gli effetti delle due norme sulla finanza pubblica nei primi due anni sarebbero quindi contenuti o addirittura positivi.

(fonte: Il Sole 24ORE)
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